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La vera storia di Mario MacDonald: Il Ciccione che conquistò il mondo con un panino

Tanto tempo fa, in un’America piena di sogni e patatine fritte, nacque un uomo leggendario: Mario MacDonald. Non era un tipo qualunque. No, Mario era un omone generoso — di cuore, di spirito e soprattutto di girovita. Si dice che quando entrava in un diner, le cucine andavano in allerta come per un’alluvione.

Mario amava due cose nella vita: mangiare e sognare in grande. Un giorno, mentre si spazzolava una montagna di hot dog come se fosse uno spuntino leggero, inciampò per caso in una minuscola hamburgheria in California, gestita da due fratellini con la mania dell’ordine.

“Buoni, veloci, croccanti… ma troppo piccoli!”, disse dopo aver ingoiato un cheeseburger in un solo boccone, come fosse un Tic Tac.

Fu lì che ebbe la visione: “E se trasformassi questa idea in un impero globale… dove la gente può mangiare come me, ovunque e sempre?”

E così nacque il mito. Mario, con la sua pancia come bussola e l’appetito come strategia, fondò la prima catena di fast food che non chiedeva alla gente di alzarsi troppo dal sedile: McDonald's, dal suo stesso nome, ovviamente. Solo che “Mac” suonava più cool.

Inventò cose leggendarie:

  • Elenco puntatoIl Big Mac (che inizialmente si chiamava “Il Panino di Mario”)
  • Le patatine fritte senza fondo
  • Il milkshake triplo che potevi bere solo con una cannuccia d’emergenza

Nel tempo, Mario MacDonald divenne un’icona. La sua silhouette venne usata per disegnare il logo della M dorata (ma poi la rimpicciolirono per questioni di spazio).

Ancora oggi, se entri in un McDonald's e senti odore di bacon e leggerezza morale, sappi che è lui, Mario, che ti guarda da lassù con un panino in mano e una sola frase nel cuore:

“Super size it.”